galateo arrampicatore solitario

Il galateo dell’arrampicatore solitario

Può capitare a tutti, per i più svariati motivi, di trovarsi senza compagno. La solitudine è una brutta bestia, soprattutto se pratichiamo un’attività in cui è necessario, o almeno consigliabile, avere una persona a cui urlare di tenerci stretti. La domenica il clima della falesia è comunque migliore di quello dell’Ikea, perciò, sentendovi un po’ Huckleberry Finn, mettete l’imbrago nello zaino, corda in spalla e, anche se siete più soli di un calzino spaiato, seguite il richiamo della roccia.

Andare ad arrampicare senza compagnia può essere un’esperienza molto interessante, in particolare perché dà la possibilità di conoscere nuova gente che coltiva la tua stessa passione; tuttavia, al pari dell’autostop, può generare alcuni inconvenienti più o meno fastidiosi. Ecco allora qualche consiglio per evitare i serial killer, non passare per un serial killer e trascorrere una buona giornata.

  • Scegliere la falesia giusta

Se avete gusti di nicchia e la vostra falesia preferita è di quarzite sgretolosa e prevede un avvicinamento di un’ora e mezza, per questa volta dovrete rinunciarvi. Optate invece per settori molto frequentati dove sarà più probabile incontrare gruppi di vostri simili pronti ad accogliervi.

  • Osservare l’ambiente

Ecco, siete nel posto giusto, è pieno di gente e in effetti vi fa rimpiangere l’Ikea. Ora viene la parte più delicata, trovare i compagni adatti. Una bella passeggiata sotto falesia vi permetterà di dare un’occhiata alla fauna del giorno. Evitate le coppie litigiose e chi ha messo radici sotto un progetto, puntate invece verso combriccole più numerose, possibilmente dispari (tre è il numero imperfetto per scalare, un trio adotta quasi sempre volentieri un quarto). Appostati dietro un albero, potrete facilmente accorgervi se i vostri potenziali compagni sappiano fare una sicura decente e, una volta appurato questo aspetto, non vi resterà che presentarvi.

galateo arrampicata

  • Approcciare con buone maniere

Non siete Sharma ed esordire con “Chi ha voglia di farmi sicura?!” potrebbe non sortire l’effetto sperato. Come in una manovra di abbordaggio navale, procedete per gradi, iniziate con due chiacchere sui tiri e le condizioni (“oggi c’è poca aderenza” va bene sia sul treno che in falesia), offrite due noci; se avrete rotto il ghiaccio in maniera amichevole non è improbabile che siano gli stessi abbordati a chiedervi se volete unirvi al loro, anche perchè avete l’aria del cane abbandonato in autostrada. Se siete bionde e bellissime questa fase di contatto sarà oggettivamente più rapida e agevole.

Una volta accolti nel gruppo è buona creanza offrirsi di fare sicura per primi anche se smaniate per mettere le mani sulla roccia. Se siete arrampicatori esperti rassicurate i vostri nuovi compagni sulla vostra affidabilità e perizia. Se non lo siete…siate almeno sinceri!

  • Essere buoni partner

In falesia il vostro contegno consueto è caratterizzato da un atteggiamento ossessivo-masochistico che vi vede lamentosi, insicuri, pessimisti e permalosi. La vostra compagnia di sempre lo accetta perchè sa che una volta lontani dalla roccia ridiventate persone quasi normali. Ecco, la vostra novella comitiva non è tenuta a farlo. Perciò sforzatevi di essere cordiali e positivi, evitate la spocchia se il gruppo ospite ha un livello inferiore al vostro ed adattatevi di buon grado al loro programma della giornata. Pretendere sicure infinite è fuori luogo quanto dare fuoco alle tende in casa altrui. Siate motivati e motivanti e se tutti vi stampano vie in faccia sorridete. Penseranno che siete pazzo, però farete un ottima impressione.

birra climbing

  • Offrire un giro di birra

Se avete scelto la compagnia giusta nessuno di voi sentirà il bisogno di fuggire sgommando dopo la scalata e quasi certamente vi troverete a parlare di gradi e paesaggi intorno al tavolo di un bar. In fin dei conti siete ancora degli sconosciuti che hanno condiviso un’esperienza, ma la corda che vi ha legato insieme, chissà come, vi ha reso un po’ meno estranei. A questo piccolo miracolo che, a pensarci bene, accomuna arrampicatori e bambini, (ehi, vuoi giocare con me?) non si può che brindare.