simul-climbing

Progressione in simultanea

La mattina del 2 giugno 2018 intorno alle 8.00, mentre arrampicavano sui primi tiri del Salathè Wall su El Capitan nello Yosemite, due climber molto esperti, Tim Klein e Jason Wells sono precipitati e sono morti. La cordata stava procedendo in simultanea sul nono o decimo tiro, gradati intorno al 5b – 5c, quando si è verificato l’incidente ed i climber sono precipitati per 300m.

Cosa stavano facendo e come stavano progredendo Tim e Jason?

Stavano arrampicando con una progressione in simultanea, stavano cioè progredendo legati in cordata, arrampicando contemporaneamente senza che uno dei due climber facesse sicura all’altro.

Questo tipo di progressione, da sempre esistita, prende di questi tempi il nome semplificatorio di “speed climbing”, proprio perché utilizzate da cordate che vogliono superare molto rapidamente tratti/tiri, che reputano particolarmente facili.

La progressione in simultanea ha dei tratti in comune con la progressione in conserva o con corda corta, che abbiamo già trattato qui, ma differisce da questa poiché, mentre la conserva corta è pratica comunemente applicata in alpinismo per superare creste, tratti misti, ghiacciai, la progressione in contemporanea si applica a tiri di parete verticale vera e propria ed è riservata a cordate esperte che si vogliono assumere rischi elevati.

tim e Jason

Jason Wells e Tim Klein sul Nose, 2017.

 

La progressione in simultanea è riservata a cordate con una corretta visione del rapporto tra rischi e vantaggi, capaci di valutare le difficoltà e i rischi obiettivi del terreno, rispetto alla loro capacità tecnica e si effettua in questo modo:

  • I due arrampicatori avanzano contemporaneamente, la caduta di uno ha necessariamente conseguenze sulla progressione dell’altro.
  • In particolare, la caduta del secondo provocherà una trazione all’indietro del primo, e probabilmente una caduta collettiva.
  • La progressione con corda tesa si utilizza su terreno «facile» e/o per risparmiare tempo, ma l’installazione di protezioni intermedie affidabili rimane indispensabile.

progressione in simultanea

Che cosa si può fare per limitare la pericolosità di questo tipo di progressione?

L’utilizzo di bloccanti come il TIBLOC, consente di limitare le conseguenze di una caduta del secondo.

Nel caso specifico l’utilizzo di un TIBLOC, su uno dei punti intermedi, consente di proteggere il primo da una trazione troppo forte sulla sua corda, in caso di caduta del secondo. La caduta sarà trattenuta dal TIBLOC, senza intervento diretto del primo.

C’è da sottolineare come questa manovra non può essere considerata come assicurazione. Il TIBLOC apporta soltanto un plus in una situazione pericolosa.

progressione in simultanea

progressione in simultanea

Applicazione del TIBLOC su corda tesa:

– La corda deve passare nel moschettone del TIBLOC affinché questo serva anche alla protezione del primo.

– L’ancoraggio scelto dovrebbe essere abbastanza solido per trattenere la caduta del secondo, ma anche per il caso estremo di una caduta collettiva.

– Per bloccare, il movimento del TIBLOC non deve essere ostacolato da elementi esterni (neve, roccia, ghiaccio, fettuccia…). Rispettate le istruzioni tecniche del TIBLOC e di tutto il materiale.

progressione in simultanea

 

Considerazioni:

La progressione in simultanea è pericolosa e richiede una scelta tra il beneficio di una protezione aggiuntiva e conseguenze negative che si possono verificare.

I principali vantaggi sono:

– Permette di risparmiare tempo nelle parti in cui il primo è sicuro delle sue capacità, anche se il secondo è in difficoltà.

– Può permettere di raggiungere una sosta in un tiro più lungo della corda: il secondo può iniziare a salire senza mettere in pericolo il primo nei suoi ultimi movimenti.

– Può permettere di proteggere uscite da via in facili pendii, mentre il secondo è ancora impegnato in sezioni difficili.

 

I principali svantaggi sono:

– Rischio di staccare anelli o blocchetti da incastro. (Nota: questo problema è ancora più accentuato con altri bloccanti dotati di una molla.)

– Calata del secondo impossibile: il secondo deve avanzare verso l’alto in ogni caso. Il primo si allontana dal punto in cui è posizionato il TIBLOC, non può quindi intervenire sul bloccante per aiutare in un’eventuale discesa.

– Impossibilità di assicurare una calata del primo: il primo non deve impegnarsi in una situazione difficile che lo costringerebbe a scendere. In questo caso, la corda farà un occhiello al di sopra del TIBLOC, il secondo non potrebbe recuperare la corda per assicurare la discesa del primo.

– Rischio di usura della corda: nel suo utilizzo normale, il TIBLOC deve essere avviato manualmente, affinché i denti si appoggino direttamente sulla corda. In questo caso, non può esserci azione manuale sull’apparecchio. In base al posizionamento dell’apparecchio sul supporto, il bloccaggio può essere ritardato dal tempo di avvio. Nei test, Petzl non ha registrato casi di mancato bloccaggio, tuttavia la calza della corda può essere rovinata in alcuni casi.

– Può complicare la progressione su corda doppia.

 

C’è chi, come la cordata Caldwell-Honnold, utilizza la progressione in simultanea, senza nessun tipo di sicura ed autobloccante (nella maggior parte della via), come nel caso del record di velocità sul Nose il 6 giugno del 2018.

Ovviamente qui si parla non solo di climber professionisti, ma di due fenomeni che sanno quello che stanno facendo:

 

Infine, nel sottolineare ancora una volta la pericolosità e delicatezza della manovra, per cui ci si deve affidare a personale competente come guide alpine prima di una applicazione sul campo, ricordiamo come nel caso di Tim Klein e Jason Wells, i due climber avevano scalato su El Capitan decine di volte, avevano percorso insieme vie in alta montagna, nel maggio del 2012 avevano percorso Salathè Wall e il Nose in 22 ore.

La valutazione del rapporto costo/beneficio non è mai facile per nessuno. Per decine di situazioni nel mondo dell’alpinismo in cui manovre come questa vengono applicate senza conseguenze, ce ne sono altre, come quella occorsa a Tim e Jason, che non lasciano scampo.

I due climber americani arrampicavano agevolmente su vie lunghe di più tiri gradate intorno al 7c ed hanno ritenuto di poter affrontare facilmente in speed climbing due tiri di 5b-5c, ancora non è chiaro come si sia verificato l’incidente e cosa abbia provocato la caduta.

 

Climb safe