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Indumenti comprimenti in arrampicata: scienza o effetto placebo?

Abbiamo tutti i nostri pregiudizi, chi odia i vestiti tecnici per l’odore che trattengono, chi non uscirebbe con i bastoncini da trekking neppure sotto obbligo, o chi odia i prodotti iper light perchè scomodi o quelli aderenti che comprimono.

Gli indumenti a compressione—nati inizialmente come calzini lunghi, poi leggings interi e attillati, maniche, camicie e persino tute intere—sono in circolazione da decenni.

Il primo studio relativo all’uso sportivo di questi, indagava la possibile eliminazione dell’acido lattico durante la corsa o il ciclismo con calze a compressione per uso medico. Risale al 1987. Da allora ci sono state molte ricerche: tra le ultime, una pubblicata su Sports Medicine. Il team guidato da Jonathon Weakley dell’Australian Catholic University sintetizza i risultati di 183 studi, la maggior parte dei quali pubblicati nell’ultimo decennio.

Quel che invece è certo è che non mancano le teorie (il sentito dire dal tizio della palestra che chiude i 7c. O dice di chiuderli). Potrebbero farti saltare più in alto o correre in modo più efficiente. Potrebbero accelerare il recupero o ridurre il danno muscolare e il dolore. Potrebbero migliorare il tuo equilibrio e la consapevolezza del tuo corpo. Potrebbero farti sentire bene. E potrebbero funzionare riducendo le vibrazioni muscolari, migliorando la circolazione sanguigna o stimolando i sensori propriocettivi.

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Ma nel concreto, cosa mostrano le prove? I soggetti dei vari studi hanno indossato la compressione durante l’esercizio, per un’ora dopo l’esercizio o per l’intera giornata? Quanto era stretta la compressione in diversi punti del corpo? Di cosa era fatto l’indumento? Cosa si aspettavano che avrebbe fatto?

Difficile, se non impossibile, trovare una correlazione diretta e comprovabile nella prestazione, tuttavia i soggetti che li hanno utilizzati riferiscono una sensazione di miglior feeling, una sensazione di stato di forma migliore.

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Calze sci alpinismo light compression.

 

Queste calze, ad esempio, sono spesso ricercate per l’uso intensivo su sci e snowboard. Progettate per le gare di scialpinismo, per gli allenamenti sugli sci, queste calze leggermente comprimenti si presentano come lo stratagemma per preparare il muscolo allo sforzo e far recuperare prima l’acido lattico dovuto allo sforzo.

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La compressione è una di quelle cose che è molto difficile da comparare. Molti degli studi provano, ad esempio, confrontando i collant a compressione con un normale paio di collant non attillati. Ma le persone non sono stupide: possono capire quando le loro gambe vengono schiacciate e quando no. Quindi, se si aspettano che i collant li aiutino a sentirsi meglio, non sorprende che lo facciano.

Non è nemmeno il risultato più strano. In uno studio del 2015, i ricercatori dell’Università dell’Indiana – USA, hanno scoperto che i calzini a compressione non miglioravano l’economia della corsa (una misura dell’efficienza con cui corri). Ma i sostenitori della compressione sembravano avere una risposta più positiva degli scettici. Ciò è sorprendente perché la corsa in economia, per la maggior parte, non è sotto il tuo controllo cosciente: non puoi “sforzarti di più” per correre in modo più efficiente. Una possibilità è che alcuni dei corridori abbiano avuto precedenti esperienze con indumenti a compressione e abbiano sviluppato una sensazione intuitiva per sapere se ne hanno beneficiato o meno, ma questo sembra un tratto.

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Maniche di compressione per avambracci.

 

Oltre ai classici indumenti sportivi come i tessuti tecnici comprimenti (calze, leggins, calzemaglie e via dicendo) usati dallo scialpinismo al trail running, sono in commercio anche i corrispettivi per le zone del corpo particolarmente sollecitate durante l’arrampicata. Risultando, il gesto arrampicatorio, ampiamente gravante per gli avambracci, esistono delle maniche di compressione da posizionare proprio negli avambracci.

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Queste maniche hanno lo scopo di aiutare a migliorare la tonicità dei muscoli sollecitati durante un allenamento. La graduale compressione elastica esercitata su zone specifiche e critiche del’avambraccio, dovrebbe favorire la circolazione sanguigna e migliorarne l’ossigenazione, quindi anche le prestazioni.

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In altre parole: se ti piacciono i leggins anni ’80 super sgargianti con fantasia zebrata, continua a usarli! Se scali più forte, bene, altrimenti, se non altro darai a chi ti circonda un buon motivo per parlare di te…

 

Sestogrado – yes, we climb.