A Gennaio 2019 il CAI uscirà dall’UIAA

Cos’è l’UIAA: l’Union Internationale des Associationes d’Alpinisme, alla cui fondazione, avvenuta in Chamonix il 27.08.1932 ed a cui il Club alpino italiano ha preso parte è una associazione che racchiude e rappresenta a livello internazionale i club alpini dei singoli paesi, con lo scopo di promuovere l’alpinismo, la tutela dell’ambiente, la sicurezza e l’attenzione per i giovani.

Ora, anzi si può dire ormai da diversi mesi, il CAI è apertamente entrato in conflitto con la gestione dell’UIAA, accusandola di essere più interessata agli sponsor ed alle competizioni di ice climbing piuttosto che alle “attività per le quali è stata fondata.

La decisione è ormai stata presa e a dichiararlo è lo stesso Presidente generale del CAI Vincenzo Torti che, sul numero di agosto di Montagna360, magazine del Cai, commenta con queste parole:

“Si tratta di una scelta imposta da gestioni e strategie che non ci appartengono”, a partire “dall’inserimento dell’organizzazione di competizioni di Ice Climbing tra le finalità statutarie, preteso da uno sponsor, alle quali vengono destinate sempre maggiori risorse, a scapito delle finalità storiche”. Ad oggi con la gestione UIAA i budget dedicati ad altre attività come l’alpinismo sono irrilevanti (860 euro), rispetto ai 180 mila per l’arrampicata su ghiaccio.

cai uiaa

In altre parole l’UIAA sarebbe ormai più interessata agli sponsor e alle competizioni di Ice Climbing, piuttosto che all’alpinismo, alla tutela dell’ambiente, alla sicurezza e all’attenzione per i giovani, che sarebbero poi le finalità dell’UIAA in cui anche il CAI si riconosceva.

A causare la rottura, sempre secondo il presidente, è quindi la mancanza di trasparenza da parte dell’UIAA e la creazione di priorità estranee all’essenza della Federazione stessa.

Cosa cambia: (una volta ogni tanto) anche i tedeschi del DAV e gli austriaci del OAV, sono d’accordo con il CAI italiano.

La prospettiva è quella di fondare una Associazione che riunisca i soli Club Alpini Europei (EUMA), finalizzata ad un dialogo più diretto con gli organi dell’Unione Europea sulle tematiche della montagna, dei suoi abitanti, del suo ambiente e dei suoi frequentatori. Tale organismo dovrà avere struttura “leggera” e costi essenziali, utilizzando, ove possibile, la logistica già in essere nel Club Arc Alpin (che riunisce le associazioni alpinistiche dell’arco alpino). Insomma, maggiore impegno per l’alpinismo in Europa e quindi in Italia a livello “istituzionale”.

DAV, OAV e CAI sono i tre maggiori Club alpini al mondo e complessivamente rappresentano 2.000.000 di appassionati di montagna.

L’obiettivo è quello di riportare l’attenzione e concentrarsi su l’alpinismo, la libertà di accesso, la tutela dell’ambiente montano, la formazione delle federazioni meno strutturate, l’avvicinamento dei giovani alla montagna e le attività di soccorso.

Tutti obiettivi più che condivisibili per chi ama la montagna.