Come superare la paura del vuoto

Ok, se la paura del vuoto ti terrorizza, l’alpinismo forse non è l’attività preferibile da compiere nella tua vita. Tuttavia ci sono moltissime persone che praticano escursionismo, ed anche arrampicatori che soprattutto nella “fase iniziale” della loro carriera da climber devono fare i conti con una paura, tanto irrazionale, quanto “bloccante”, la paura del vuoto.

Spesso si tende a confondere la paura del vuoto, in termine medico “Acrofobia”, con un altro fenomeno ben diverso, soprattutto nelle cause, le così dette “Vertigini”.

labirintite

La vertigine è più comunemente un sintomo di problemi all’orecchio interno, ma può anche derivare da disturbi cerebrali o da un’infezione. La vertigine dà la sensazione che tu, o tutto ciò che ti circonda, stia girando – al punto da compromettere l’equilibrio. In genere si tratta di un problema temporaneo e non sempre necessita di trattamento. Spesso viene menzionata da chi ha paura delle altezze, ma la vertigine non è la stessa cosa dell’acrofobia o della paura delle altezze.

 

paura del vuoto

L’acrofobia è la paura delle altezze. Più precisamente, è una paura irrazionale ed estrema delle altezze. Le persone che hanno attacchi di panico in ascensore o sulle passerelle nel vuoto non sono razionalmente spaventate dalle altezze, ma sono intrappolate nei limiti di una fobia estrema. Questa è l’acrofobia.

Cosa ci succede:

Quando ci sentiamo in pericolo, una piccola parte del nostro cervello chiamata amigdala entra in azione. È la parte del cervello che attiva il meccanismo di lotta o fuga. Quando ci sentiamo minacciati, il nostro corpo si prepara all’azione (combattere o scappare). I principali gruppi muscolari hanno bisogno di sangue ossigenato, di più glucosio, e per evitare il surriscaldamento iniziamo a sudare.
Quindi ciò che potremmo sperimentare/osservare è:

  • aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna
  • respirazione rapida e superficiale
  • sudorazione / mani sudate e fredde
  • perdita della visione periferica e della consapevolezza della situazione
  • incapacità di elaborare informazioni

In breve: il nostro cervello viene dirottato dall’amigdala, e perdiamo la capacità di pensare razionalmente.

Come specie abbiamo paura delle altezze perché questo ci ha mantenuto e ci mantiene in vita da migliaia di anni. Così come i nostri antenati, quando incontravano una tigre con i denti a sciabola, se la facevano addosso dalla paura e scappavano, così, di fronte ad un precipizio, il nostro cervello ci dice “attenzione!”. E’ la nostra evoluzione e l’amigdala esiste per una buona ragione,

Il motivo per cui soffriamo di acrofobia o di una paura estrema delle altezze potrebbe essere che questo comportamento ci è stato modellato dai nostri genitori, oppure che abbiamo avuto un’esperienza traumatica in passato che ci porta a sentirci così oggi.

 

paura del vuoto

Esiste una cura per l’acrofobia?

Ecco la domanda da un milione di dollari! Per curare la paura delle altezze, è necessario esporre lentamente e in modo incrementale il cervello a nuove sfide. Questo si chiama espandere la propria zona di comfort. Comunemente questo processo è definito tecnica cognitivo-comportamentale (CBT) o terapia dell’esposizione.

Affrontando piccole sfide usciamo dalla nostra zona di comfort, idealmente entrando in quella che viene chiamata zona di sviluppo prossimale. Se ci sfidiamo eccessivamente (“o la va o la spacca”), vivremo un’esperienza negativa e peggioreremo le cose. Se non usciamo mai dalla zona di comfort, diventeremo sempre più bravi a rafforzare la narrativa attuale… e peggioreremo le cose. La chiave è trovare una via di mezzo tra questi due estremi.

Il cambiamento positivo è più facile a dirsi che a farsi. Dopotutto, hai paura delle altezze! Proprio come per la perdita di peso, dove tutti conosciamo la teoria ma possiamo avere difficoltà nella pratica, affrontare la fobia delle altezze richiede uno sforzo consapevole. E, proprio come nelle tecniche per dimagrire, se vogliamo fare progressi, potremmo trarre beneficio dalla guida di uno specialista.

paura del vuoto

Come arrampicatore mediocre, devo iniziare ogni stagione con vie facili. Costruisco gradualmente una riserva di esperienze positive e lentamente mi sento pronto ad affrontare itinerari più difficili. Se però esagero troppo presto, rischio di cadere in un circolo vizioso. Ma non è semplice trovare il giusto equilibrio, perché dobbiamo comunque spingerci un po’ oltre man mano che andiamo avanti.

In sintesi, devi identificare una serie di esercizi per dare al tuo cervello feedback positivi. E aumentare lentamente e in modo incrementale il livello della sfida, idealmente variando un elemento alla volta. Questo ti aiuterà a cambiare la narrativa che, fino ad ora, si è radicata nel tuo cervello.