artrosi mani

Artrosi del climber, se la conosci la eviti

Premessa: qualsiasi attività, ripetuta a lungo ed intensamente, rischia di determinare delle conseguenze dannose per la salute del nostro corpo. Chiedete ad un runner se ha mai sentito parlare di fascite plantare o patologie del ginocchio.

Svolgere attività sportiva a livello amatoriale, senza portare il nostro fisico al limite, diversamente ha conseguenze positive per la nostra salute e benessere. Detto questo ci sono alcune patologie specifiche per ogni sport, conseguenza della ripetizione del gesto, durata ed intensità. Nell’arrampicata questo rischio riguarda particolarmente le mani, che vengono sollecitate in modo ripetuto ed intenso.

Quindi, si può dire che l’arrampicata “rovini” le mani?

No, la terminologia “rovinare” in sé è sbagliata. Le mani, come tutto il nostro corpo, sono in continuo mutamento e adattamento. Interagire con il mondo esterno ci stimola ad adattarci all’interazione, specialmente se ripetuta: abbiamo bisogno di gambe sufficientemente forti e resistenti per camminare, saltare o fare le scale; di un senso del gusto e dell’olfatto sviluppati al punto di farci distinguere tra un cibo fresco e un cibo avariato; e così via. Si tratta di un processo che inizia con la nostra nascita e che ci accompagna nella vita adulta.

Non è molto diverso per le mani. Vi ricordate i vostri primi mesi di arrampicata? All’inizio non c’era presa che riuscivate a tenere ma a poco a poco, con la ripetizione del gesto, il corpo si è adattato a questa nuova attività. Le mani sono cambiate, non si sono “rovinate” ma hanno iniziato ad evolversi per tenere di più, perché era questo che veniva loro richiesto. Se in quei primi mesi aveste potuto guardare all’interno delle vostre mani e delle vostre braccia avreste notato un migliore reclutamento delle fibre muscolari seguito da ipertrofia e maggiore vascolarizzazione dei muscoli flessori della mano.

 

artrosi mani

È tutta una questione di adattamento

É proprio nel miglioramento rapido dei primi mesi che identifichiamo un fattore di rischio per le dita del climber. Le varie strutture del corpo necessitano di tempistiche diverse per adattarsi agli stimoli che gli vengono dati. Se per i muscoli sono sufficienti poche settimane, tendini e legamenti richiedono mesi, e ossa e articolazioni addirittura diversi anni.

É purtroppo molto tipico nei principianti voler migliorare in fretta e cimentarsi dopo solo pochi mesi su progetti e allenamenti molto duri. Per i muscoli delle braccia può non essere un problema, perché già in fase di adattamento. Tendini e legamenti invece non sono ancora pronti ad un incremento così repentino del carico e/o della frequenza e hanno difficoltà ad adattarsi. Ciò può portare a sovraccarichi dei quali ci accorgeremo solo col tempo, quando verremo tormentati da mesi di tendinopatie o subiremo infortuni improvvisi e inspiegabili.

 

 

Osteoartrosi alle mani

L’artrosi alle dita è un argomento temuto in arrampicata. Vediamo di analizzare in modo scientifico questo “tabù”, senza false paure ma nemmeno nascondendo la testa sotto la sabbia.

In generale, possedere un buon tono muscolare protegge le articolazioni e diminuisce il rischio di sviluppare patologie degenerative come l’osteoartrosi. I soggetti più a rischio di sviluppare osteoartrosi – ovvero artrosi alle ossa – si dividono in tre categorie: soggetti sedentari; soggetti le quali articolazioni, per motivi genetici o legati alla postura, possiedono una meccanica errata; e soggetti che sottopongono le proprie articolazioni ad un uso eccessivo e continuo. In questa terza categoria rientrano tutti coloro che effettuano lavori ripetitivi, come gli agricoltori e chi lavora col martello pneumatico.

 

E coloro che effettuano un’attività sportiva ripetitiva e intensa? Se guardiamo ad altre discipline sportive ci accorgeremo che esistono casistiche tipiche. Un classico è l’osteoartrosi al ginocchio per chi corre.

Tuttavia per verificare se la corsa aumentasse l’incidenza di malati di artrosi sono stati effettuati diversi studi su runners professionisti e amatoriali: nessuno di questi studi ha dimostrato che il correre predisponesse all’osteoartrosi. Anzi, il principale fattore di rischio dell’artrosi al ginocchio è, statisticamente parlando, l’obesità.

 

Perché allora si parla di patologie tipiche dello sport? Qua bisogna fare distinzione tra un rapporto diretto di causa-effetto e un aumento dei fattori di rischio. Finora nessuno studio scientifico è riuscito a dimostrare che l’attività sportiva ad alta intensità provochi direttamente l’artrosi, ma solo che tale attività costituisca uno dei fattori di rischio.

 

Per quanto riguarda l’arrampicata abbiamo due studi che hanno provato a indagare in questa direzione. Il risultato è che arrampicare porta ad un adattamento funzionale delle ossa della mano, cioè le rende più spesse e robuste per resistere meglio al sovraccarico. Tale adattamento non è considerato patologico in quanto non causa automaticamente dolore o riduzione della qualità della vita. Escludendo altri fattori, la sola attività di arrampicare di per sé non aumenta l’incidenza di osteoartrosi alle mani.

Malattie degenerative come l’osteoartrosi dipendono da diversi fattori e sono legate alla storia personale e familiare di ognuno di noi. Possedere un fattore di rischio non ci fa automaticamente ammalare e, solitamente, non basta da solo a far sviluppare una patologia. É l’insieme di diversi fattori di rischio come, appunto, attività eccessiva e ripetitiva, obesità, predisposizioni genetiche, disordini metabolici ed endocrini ad aumentare statisticamente il nostro rischio.

 

Cosa fare per prevenire l’osteoartrosi alle mani

Il solo fatto di arrampicare non vi farà rompere una puleggia né vi farà venire l’artrosi una volta anziani. Tuttavia bisogna essere consapevoli che, come tutte le attività intense e prolungate nel tempo, arrampicare va effettuato con una buona dose di giudizio e preparazione:

– per i primi due anni tentate di creare una buona base di tecnica su ogni tipo di parete e presa e lasciate perdere il pan güllich;

– limitate l’arcuata a quando veramente serve (vi ricordate il nostro precedente articolo?)

– scaldatevi bene ed a lungo prima di ogni sessione di allenamento;

– fate stretching ogni giorno ed allenate gli antagonisti un paio di volte a settimana;

– mantenete un buon livello di fitness;

– divertitevi!

 

Climb healthy