Arrampicare in modalità Rotpunkt

Arrampicata Rotpunkt significa liberare una via senza senza bloccaggi e quindi senza volare. Il significato di Rotpunkt (punto rosso in tedesco, da Kurt Albert che negli anni ’70 apponeva un punto rosso alla base delle vie liberate) è quello di “portare a casa” una via, avendola anche tentata più volte in precedenza, lavorata da primo o effettuata con corda dall’alto. Insomma, effettuare una via in Rotpunkt significa che siete in grado di chiuderla da primi e quindi che la padroneggiate.

 

Liberare una via difficile è l’aspirazione di ogni climber ma anche un progetto a lungo termine che richiede impegno e una buona dose di organizzazione. Due aspetti non possono mancare nella pianificazione: identificare una via adatta e avere un’impostazione strutturata.

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Identificare la via

Esistono diverse ragioni che ci portano a scegliere una via rispetto a un’altra. Oltre a quelle più strettamente emotive e legate al grado, ci sono un paio di aspetti pratici da considerare nel quadro generale.

 

Raggiungibilità e disponibilità

Si tratta di qualcosa che ci terra impegnati almeno per qualche settimana, se non per diversi mesi o addirittura anni in casi estremi. Poter raggiungere la falesia in poco tempo ci permetterà di poter arrampicare anche quando avremo poco tempo a disposizione e di essere più flessibili nell’organizzazione.

Un altro punto da considerare è quanto la linea in questione sia “amata”. Forse dovremmo pensare a un progetto alternativo se ogni volta che arriviamo c´è da fare la fila per salire!

 

Condizioni della roccia e delle sicure

Fatevi un’idea preliminare su come siano le condizioni della roccia: è spesso umida? O magari unta per le troppe salite? Ci sono tracce di animali? È una roccia compatta o tende a sgretolarsi? In che condizione sono gli ancoraggi, spit e catena?

È importante valutare attentamente ognuno di questi elementi in quanto potrebbero influire negativamente sul numero dei vostri tentativi buoni. Nel dubbio fatevi consigliare da arrampicatori che già conoscono la zona o chiedete direttamente ai locals.

 

Stile

Cosa decidete di arrampicare è solo affar vostro. Tenete comunque presente che vi sarà più facile liberare un progetto consono al vostro stile di arrampicata. Nessun vi impedisce per esempio di lavorare uno strapiombo; se però fino a quel momento avete solo arrampicato fessure potrete accorgervi che, in virtù delle sue peculiarità tecniche, la via vi risulterà molto più difficile del suo effettivo grado.

 

 

Una preparazione strutturata

Una volta identificata una via idonea non vi resta che farne la conoscenza. Le prime volte, se possibile, fissate la corda in alto e calatevi, oppure provate la linea in moulinette o top rope. Potrete così provare i movimenti più agevolmente e in sicurezza. Individuate i passaggi rischiosi, quelli dove è meglio non volare.

Verificate il numero di rinvii da utilizzare e se occorrano moschettoni, protezioni aggiuntive come ad esempio i friends o altra attrezzatura specifica. Per le prime volte potrete portarvi su tutta l’attrezzatura che volete ma quando proverete a liberare la via sarà meglio avere addosso solo ciò che vi serve davvero, per ridurre il peso al minimo.

Per quanto riguarda la corda ovviamente potete fare ciò che volete e la corda non fa il monaco, nel senso che Manolo fa sicuramente un 7c sia con una 10.2 che con una 9.1. Per i comuni mortali che volessero ottimizzare i propri tentativi, se una 10.2 è una corda ideale per lavorare le vie, per un progetto difficile da chiudere da primi, se si opta per una corda 9.1/9.2 da prestazione come la Joker o la Performance, si avrà meno peso da portare su anche su vie lunghe e la corda scorre più velocemente nei rinvii.

 

Ed ora passiamo all’azione: lavorare una via non è altro per il corpo che una costante messa a punto degli schemi motori più adatti. Qui, il sistema neurologico è coinvolto tanto quanto quello muscoloscheletrico. Per questo motivo nelle giornate che passerete a progettare dovrete essere il più freschi e riposati possibile. Riscaldatevi con una o due vie facili fino a quando vi sentirete solo leggermente affannati e poi affrontate la vostra via.

Il segreto di un buon rotpunkt è l’ottimizzazione del gesto. Provate diverse tecniche per superare ogni passaggio e individuate il movimento più efficiente per voi. Concentratevi in modo particolare sui punti di riposo e su dove e come rinviare. I riposi in via dovranno idealmente venire effettuati sulle prese e sugli appoggi più comodi della via, mentre la tecnica di rinvio dovrà essere fluida e il meno stancante possibile.

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Se il passaggio chiave non dovesse venirvi niente paura: andate oltre ed esplorate la parte successiva della via. A volte abbiamo bisogno di qualche giorno per “metabolizzare” i movimenti necessari. Datevi qualche tempo per interiorizzare il tutto e recuperare e poi riprovate.

 

Quante volte al giorno lavorare il proprio progetto? Dipende dall’intensità e durata di ogni giro, anche se più di 3 volte è solitamente considerato un numero alto. Smettete quando iniziate a sentirvi stanchi ed imprecisi, in quanto il corpo non sarà più in grado di mantenere lo stesso livello di coordinazione e contrazione muscolare. Inoltre il cervello tende a ricordarsi gli ultimi movimenti effettuati: è meglio quindi se gli ultimi movimenti saranno stati eseguiti correttamente e se non avrete fallito per colpa della stanchezza.

 

Provate ogni tanto la via da secondi e da stanchi. Solo così avrete un’idea di come potrebbe essere il tentativo di rotpunkt e vi abituerete a fare i passaggi chiave anche quando non vi sentirete in forma.

Una volta a casa e nelle giornate di riposo provate a visualizzate le caratteristiche della roccia e a ripetere nella mente le sequenze dei vostri movimenti.

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Il tentativo rotpunkt

Una volta trovati e memorizzati i singoli movimenti è arrivato il momento di provare la via con il minor numero possibile di interruzioni possibili. Le prime volte vi serviranno per identificare il vostro ritmo personale e la durata dei riposi. È solo quando li troverete che avrete la riuscita a portata di mano.

 

Qui di seguito i nostri consigli strategici ma anche di buon senso per aiutarvi a liberare il vostro progetto:

  • scegliere il giorno “giusto”. Se il giorno prima avete fatto tardi, avete lavorato troppo ed accusate la stanchezza, avete cenato pesante, insomma se il vostro corpo continua a dirvi “no, non oggi”, ascoltatelo, ha sicuramente ragione lui. Non conviene tentare una via in giornata no, servirebbe solo a demoralizzarvi.
  • l’assicuratore è fondamentale, come lo è il navigatore per un rallysta. Se non c’è il vostro compagno top, lasciate stare. Se non vi fidate di chi vi fa sicura, arrampicate al 70% delle vostre potenzialità.
  • ci sono amici che tifano per voi? assolutamente bene! anche se siete dei timidoni, avere amici intorno che nel punto chiave vi incitano e vi urlano “alee!”, “dai, dai!”, è una iniezione di adrenalina extra.
  • il tentativo è un’attività molto stancante a livello mentale. Indipendentemente dalla durata della vostra sessione, dedicate uno, massimo due tentativi al giorno al rotpunkt.
  • non cadete nell’errore fin troppo comune di voler effettuare un tentativo ogni volta che andate in falesia. Potrebbe essere demoralizzante e inviare un falso segnale al vostro cervello. Se non vi sentite a posto va bene lo stesso, arrampicate su altre vie, rilassatevi e riprovate la volte successiva.

La parete di roccia non ha fretta e difficilmente si muoverà da lì.

 

Climb safe